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Si può tentare di riassumere la storia dei proprietari succedutisi dal ‘400 ad oggi.

                Nel 1427 (primo catasto) la casa apparteneva ai Vinaccesi, che la vendettero nel 1458 al potente cittadino fiorentino Diotisalvi Neroni, consigliere di Piero dei Medici (figlio di Cosimo il Vecchio e padre di Lorenzo il Magnifico) che partecipò a una congiura ordita nel 1466 contro i Medici stessi.  Fallita la congiura, i beni di Canneto vennero confiscati e venduti in seguito a Lorenzo Davanzati, la cui figlia Titta li portò in dote a Francesco Del Tovaglia.

                La famiglia Del Tovaglia fu per quasi tre secoli proprietaria di Canneto, dalla seconda metà del ‘400 fino quasi alla metà del ‘700, salvo una breve interruzione alla fine del ‘500 durante la quale la Villa fu dei Cavalcanti.  Francesco Del Tovaglia fece già eseguire ampie modifiche prima del 1480, descrivendo poi l'edificio come  "casa da signore con torre a modo di palagio".  Fu probabilmente il figlio Tommaso Del Tovaglia, citato nella novella del Firenzuola e proprietario nel 1534, che realizzò intorno a questa epoca i grandi lavori di risistemazione prima ricordati.  Lo stemma dei Del Tovaglia è tuttora sopra il portone della facciata sud verso il giardino.

                Nel 1740 la proprietà passò a Girolamo de Pazzi, la cui figlia Teresa Benvenuta la portò in dote sposando nel 1759 Giuseppe Rucellai e facendone erede il figlio Giovan Pietro nel 1766..  Da allora è sempre rimasta nella famiglia, fino all'attuale proprietaria Giovanna Rucellai, sposata a Paolo Piqué nel 1953.

 

                Il presente appunto è basato sullo scritto di Carlo Paoletti e Aldo Petri nel volume "Ville Pratesi" (1964) e soprattutto sull'ampia ricerca condotta alla fine degli annni '70 da Claudio Cerretelli,  M.Lucchesini, e A.Tempestini per la facoltà di Architettura dell'Università di Firenze.